Investire
Pubblicato il 13 Febbraio 2017
Diciamocela tutta: in un periodo storico dominato dall’incertezza risparmiare non è affatto semplice, e la brutta notizia è che è addirittura più difficile se si è giovani. ‘Come investire’ i propri risparmi non è quindi tra le domande prioritarie di molti giovani, e invece vi spieghiamo perché dovrebbe esserlo e come ovviare.
Complici i tempi di ingresso nel mondo del lavoro che si sono allungati moltissimo, l’ingresso stesso nel mondo del lavoro non semplicissimo e il fatto che laddove ci si riesca -ad entrare nel famigerato “mondo del lavoro”- il lavoro stesso sia poi spesso precario e malpagato, per i giovani d’oggi lo scenario del mondo del risparmio non è affatto confortante.
Ma la buona notizia è che gli italiani sono per antonomasia un popolo di risparmiatori, con tassi di risparmio per famiglia maggiori rispetto a quelli di altri paesi sviluppati. E allora: volete non aver imparato da mamma e papà?
Certo, direte, ma chi sono poi questi investitori e risparmiatori? Non saranno sempre i soliti dinosauri italiani?
Anche questo è un buon punto: andando ad osservare meglio la platea e la composizione della popolazione degli investitori e guardando ad esempio i dati di Assogestioni sui sottoscrittori di fondi comuni italiani (abbiamo fatto riferimento a questa ricerca perché i fondi comuni sono strumenti finanziari molto diffusi e accessibili anche per piccoli risparmiatori) si nota che i giovani adulti sotto i 45 anni sono solo il 25% dei sottoscrittori totali, con un patrimonio che ammonta complessivamente al 13% del totale.
Il dato parla da solo, ma è ancora più esemplificativo se confrontato con le statistiche dei sottoscrittori over 65: sono il 34% dei sottoscrittori totali e detengono una fetta di patrimonio gestito che è il 46% del totale!
Insomma: i giovani italiani sono quelli che dovrebbero avere tutto l’interesse a scoprire come investire e diversificare i propri rendimenti. Quelli che rispetto ai propri genitori avranno una pensione molto più contenuta, un orizzonte temporale molto lungo che agevolerebbe gli investimenti a lungo termine e, dato il lavoro malpagato di cui prima, dovrebbero essere interessati a mettersi da parte un piccolo gruzzoletto da far fruttare nel tempo.
Eppure i numeri di Assogestioni dicono esattamente il contrario, e su questo incide sicuramente la crisi economica che più di tutto ha impattato sui giovani e sul loro ingresso nel mondo del lavoro. Ma non va sottovalutata l’esperienza -o meglio ancora: la non esperienza- e la poca familiarità dei giovani con banche, promotori e consulenti finanziari vari.
E l’altra parte della “barricata” non è certo da meno: le stesse banche e consulenti finanziari non hanno molta dimestichezza con il target dei giovani, con portafogli di prodotti poco flessibili e adatti alle esigenze e redditi dei più giovani; e oltretutto con linguaggi e gerghi di settore (il famoso e tanto vituperato “bancarese”) spesso poco comprensibili per chi non si è mai affacciato in questo ambito.
Ma prima di chiedersi “Come investire?” quando si è giovani, facciamo un passettino indietro e cominciamo da un’attività ben più basilare, e cioè risparmiare.
Come aveva consigliato un nostro giovane investitore in un’intervista sul nostro blog, prendersi cura delle proprie finanze è qualcosa che non va rimandato e bisogna iniziare a risparmiare il prima possibile: “consiglio a chiunque di occuparsi attivamente delle proprie finanze e di iniziare a risparmiare subito, dal primo lavoro. Inutile perdere tempo e denaro: occupatevene attivamente e fatelo crescere, proprio come un bambino!”.
Non servono grandi cifre ma piccoli sforzi quotidiani.
La storia della cicala e della formica che ci raccontavano da bambini (tutti prima o poi siam passati dalla domanda: “E tu? Sei più cicala o più formica?”) è esemplificativa: basta raccogliere e mettere da parte qualcosa ogni giorno per non ritrovarsi in estate… ops, alla pensione, a non avere risorse sufficienti.
Basta anche una piccola quota mensile ritagliata dallo stipendio, di quello che sopravvive tra mutui, bollette e chi più ne ha più ne metta.
E poi basterebbe mettere da parte alcuni regali di compleanno o Natale (si sa che i nonni -i famosi risparmiatori di cui su- non eccedono in fantasia nei regali), o stare attenti nella vita quotidiana a piccole attività che possono aiutare sensibilmente a risparmiare: la macchina condivisa o il bus anziché quella personale, la colazione in casa e non al bar (come diceva la nonna, 1€ risparmiato al giorno sono più di 350€ a fine anno!), o anche i comparatori per scegliere i voli più convenienti e tutta un’altra serie di consigli che Davide aveva raccolto nel nostro blog per aiutarci a risparmiare giorno dopo giorno: dateci un occhio, neo-risparmiatori!
Si tratta di piccole cifre che solo col tempo e un po’ alla volta possono crescere e costituire le basi per forme di risparmio più importanti, per comprare casa o per tutelarsi appunto in vista della pensione.
Oltre a mettere da parte monetina dopo monetina come Zio Paperone, un altro consiglio per iniziare a risparmiare è prendere consapevolezza delle proprie spese.
Tra il caffè al bar o l’aperitivo dopo lavoro, il pranzo coi colleghi o la benzina per la macchina, spesso spendiamo soldi senza renderci effettivamente conto del loro impatto sulle nostre “riserve”.
E quindi anche solo esserne consapevoli è un primo passo per poi capire dove intervenire e come e cosa eventualmente razionalizzare.
Stilare il proprio budget personale, con tanto di entrate ed uscite mensili, permette di rendersi conto di quali attività e prodotti assorbono principalmente le nostre risorse. Possiamo incasellare il tutto in voci di spesa (bollette, mutuo, affitto, spesa, ristorazione, sport, wellness, tech, trasporti, cultura…) e capire quali sono più ingenti rispetto alle nostre attese e su quali eventualmente provare a tagliare e risparmiare. Se ad esempio ci rendiamo conto che spendiamo molto in ristorazione, aperitivi e cene fuori con amici o colleghi, il primo passo sarà ridurre queste attività per provare a limitare la relativa voce di spesa.
Gestire ed organizzare il budget personale permette non solo di limitare le voci di spesa, indicando su cosa tagliare e cosa no, ma induce anche a fare spese più consapevoli, aiutando ad ottimizzare le uscite e a fare scelte più in linea con bisogni ed esigenze ponderate che con acquisti e bisogni compulsivi.
Oggi poi esistono moltissimi strumenti online per aiutare a gestire budget e risorse economiche e in questo, dobbiamo ammetterlo, i giovani sono nettamente avvantaggiati: vuoi per propensione all’uso delle tecnologie che per pervasività di queste ultime, viene naturale fare ogni cosa attraverso il proprio smartphone… e allora perchè non farsi aiutare dal telefono anche per gestire e organizzare meglio i propri risparmi?
E ovviamente non lo diciamo solo noi che i giovani son propensi all’uso di tecnologie ed app: secondo la ricerca “Stetoscopio – Il sentire degli assicurati italiani” condotta dall’istituto di ricerca MPS Evolving Marketing Research per conto di Quixa -la compagnia assicurativa online- per i giovani l’approccio al mondo della finanza avviene quasi sempre attraverso un’app.
Il 60,5% dei giovani intervistati -di età compresa tra i 25 e i 34 anni- ha dichiarato di usare almeno un’applicazione per smartphone o tablet per gestire il proprio conto corrente o home banking, l’assicurazione o altri servizi finanziari: gli intervistati hanno altresì sottolineato un grande interesse per le applicazioni fintech.
Insomma, nonostante i dati iniziali di Assogestioni, sembra che i giovani si sentono certamente lontani dalle istituzioni finanziarie tradizionali (banche, sportelli, file e lungaggini) ma che conoscano molto bene strumenti che sempre più si adattano ai loro bisogni e che possono aiutarli a gestire le proprie finanze.
Come a dire “I soldi nel portafoglio no, ma l’app nel telefonino per gestirli si!”.
E di questo tocca prenderne atto, perché come sottolineato dalla ricerca di Goldman Sachs “Millennials – Coming of Age”, il loro modo di lavorare (o non lavorare), consumare, risparmiare e condividere avrà un impatto non indifferente sulle economie globali: “questa è una delle più grandi generazioni della storia e nei prossimi 5 anni si affaccerà sul mercato con una capacità di spesa in grado di rimodellare l’economia; le loro esperienze cambieranno il nostro modo di comprare e vendere, costringendo le aziende a esaminare il modo in cui hanno fatto affari per decenni”.
Se quindi le app sono la chiave per risparmiare, abbiamo anche noi condotto una piccola indagine -interna al nostro team- chiedendo chi avesse sul proprio cellulare app per la gestione del proprio denaro e quali i pro e i contro.
La cosa più curiosa? Tre su tre delle persone che le usano sono sviluppatori: insomma, quantomeno nel mondo dei Soisyani si delinea un asse-sviluppatori nettamente più propenso al risparmio rispetto al resto del team!
E inoltre ognuno di loro usa app diverse, a sottolineare l’eterogeneità e l’ampia varietà degli strumenti disponibili nel settore della gestione del risparmio.
Di seguito una breve rassegna delle app consigliate dai nostri dev:
Certamente le app proposte non esauriscono tutto l’universo delle applicazioni del mondo finance e risparmio, ma sono un buon modo per iniziare a capire come risparmiare per poi passare alla fase successiva, e cioè capire come investire quanto si è riuscito a mettere da parte.
Vogliamo essere ottimisti e pensare che con i consigli di cui su e attraverso una gestione oculata di almeno un anno delle vostre finanze possiate riuscire a mettere da parte un piccolo gruzzoletto e chiedervi quindi “come investire 1.000€”. A quel punto che fare? Portarli in banca o metterli in cassaforte?
Noi vi consigliamo di iniziare ad investire nei prestiti tra privati per almeno 3 ragioni (poi se ne volete altre vi invitiamo a leggere questo articolo sui vantaggi e la bellezza del social lending):
Con Soisy è possibile investire, anche a partire da 10€, a costi estremamente ridotti e con rendimenti nettamente più alti rispetto a quelli offerti da altri strumenti di investimento tradizionali.
Inoltre con Soisy si risparmia anche tempo: tutti i processi di registrazione alla nostra piattaforma, di investimento e controllo degli andamenti degli investimenti avvengono online. L’iscrizione, in particolare, è 100% online e anche la firma del contratto è digitale (con invio di codice OTP tramite sms), senza costringervi ad andare in banca, cercare l’interlocutore più adatto e perdere tempo con scartoffie e burocrazia varia.
Soisy inoltre è totalmente flessibile: si possono investire da 10€ a 50.000€, quanto e da dove si vuole, da casa, in ufficio o sul tram semplicemente accedendo alla propria area personale dal proprio smartphone o tablet. Non ci sono obblighi di ricorrenza né di tenere fermo il proprio capitale per un tot di tempo: si è liberi di investire e disinvestire in qualsiasi momento (e si possono vendere anche investimenti già impegnati, qualora si volesse accedere a liquidità nell’immediato) attraverso una piattaforma economica (tratteniamo solo il 10% dei rendimenti, lasciando agli investitori il restante 90%), trasparente, remunerativa e 100% online.
Perché non provare?
Bastano 10€ e tanta voglia di iniziare a far crescere i propri risparmi 🙂
Credits immagini: copertina, tavolo con smartphone
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