Investire
Pubblicato il 11 Ottobre 2021
Come avevamo anticipato in questo articolo e ancora prima in questo, abbiamo osservato nel terzo trimestre un aumento significativo degli insoluti, che come avevamo già spiegato è dovuto al maggior rischio di alcuni nuovi partner del settore tecnologico che abbiamo aperto quest’anno.
Il nostro obiettivo in questo post è quindi di dare un’idea dell’impatto di questi eventi e di spiegare cosa stiamo facendo per sostenere i rendimenti dei clienti che investono.
Se guardiamo il grafico con i nuovi ingressi a 2+ rate (i nuovi clienti che hanno accumulato per la prima volta 2 rate impagate, in percentuale del totale) il picco in corrispondenza del terzo trimestre 2021 è molto visibile.
Anche se dal grafico sembra il contrario, ricordiamo innanzitutto che non è successo per davvero che quasi il 14% dei prestiti abbia accumulato 2 rate impagate nel trimestre, ma si tratta di un più moderato 3,47%. Tutti i numeri che presentiamo sono infatti annualizzati per renderli più leggibili.
Questa premessa ci serve per chiarire che la vera questione non riguarda tanto la dimensione attuale del fenomeno, ma piuttosto se si tratti di un evento passeggero o permanente. E i numeri indicano chiaramente che la tendenza è in miglioramento e che stiamo tornando alla normalità. Man mano che osservavamo i primi insoluti a giugno e luglio abbiamo infatti agito per rivedere i nostri modelli e processi, con 15 interventi negli ultimi 3 mesi, oltre alla chiusura di alcuni partner su cui non vedevamo davvero possibilità di miglioramento.
La metrica che abbiamo usato per guidare la nostra azione è quella dei First Payment Default (FPD), cioè la percentuale di prestiti appena finanziati che non pagano la prima rata. In base a questa metrica abbiamo identificato una popolazione di clienti a maggior rischio che abbiamo progressivamente rifiutato di finanziare.
I primi risultati sono qui sotto e mostrano che la percentuale di FPD (linea verde) da metà giugno è migliorata drasticamente e il dato di metà agosto (l’ultimo punto della linea, ancora parziale) si avvicina ormai ai livelli di fine 2020.
Per le settimane successive non abbiamo ancora i dati dei First Payment Default, perché non è passato abbastanza tempo per arrivare al pagamento della prima rata, ma possiamo sempre guardare quanto sia grande la produzione che, come abbiamo spiegato poco sopra, consideriamo ad alto rischio in percentuale sul totale, e il cui andamento (linea rossa) è molto vicino a quello degli FPD.
Come si vede dal grafico questa percentuale è in continuo calo e scende a livelli molto inferiori di quelli di fine 2020, facendo pensare che il trend di miglioramento degli FPD proseguirà.
FPD e % di finanziato ad alto rischio (2020 = 100)
Un ulteriore segnale di miglioramento è dato dai primi, parziali, dati di ingressi a 2+ rate ad ottobre, che mostrano una discesa del 26% rispetto a quelli di settembre. Se gli FPD continueranno nella loro discesa, nei prossimi mesi osserveremo un’ulteriore discesa degli ingressi 2+ (ma vi avvertiamo già che gli ingressi 5+ subiranno un aumento nel quarto trimestre, perché i movimenti degli insoluti si propagano come un’onda, che comincia con gli ingressi a 1 rata , prosegue con quelli a 2, e dopo qualche mese raggiunge le 5 rate).
Il fenomeno sembra quindi in remissione, e se questa tendenza verrà confermata, per l’ipotetico investitore che abbia investito sempre con Soisy, il minor rendimento di questi mesi sarà più che compensato dai rendimenti superiori osservati nel passato e da quelli che otterrà in futuro.
Ovviamente tutto quello che ho scritto ha valore per la collettività degli investitori, ma cosa vuol dire questo per il singolo investitore che si è trovato a investire in questi prestiti, magari perché ha cominciato a usare Soisy solo negli ultimi mesi? E’ la classica domanda legata a fenomeni statistici “ok, è vero che gli aerei non cadono quasi mai, ma se quando ne cade uno ci sono a bordo io?”
Siamo molto ricettivi su questo tema, perché vediamo questo fenomeno come un costo legato all’apprendimento, un investimento di cui beneficeranno Soisy e la sua community nel tempo, e non ci sembra giusto che a pagarlo siano gli investitori che si sono trovati a investire adesso.
Come abbiamo già comunicato, supporteremo il Salvadanaio anche nei prossimi mesi, fornendogli la liquidità per non farlo mai scendere sotto ai 20.000 €.
Inoltre a partire da ottobre compreremo e annulleremo a nostre spese eventuali frodi che identificheremo sui prestiti finanziati tra maggio e luglio. Grazie a questo intervento anche gli investitori che non hanno usato il Salvadanaio riceveranno benefici, anche se ovviamente in misura inferiore alla protezione offerta dal Salvadanaio.
Infine, nel lungo periodo l’intera comunità di investitori beneficerà dagli effetti positivi degli interventi che abbiamo fatto: abbiamo infatti migliorato radicalmente i nostri strumenti di valutazione del rischio e abbiamo già individuato ulteriori interventi che li porteranno a un livello ancora più alto. Questo ci permetterà di migliorare i rendimenti degli investitori sui settori che già presidiavamo, ma anche di espandere le opportunità di investimento a nuovi settori.
Non è del resto la prima volta che osserviamo un drastico aumento degli insoluti: ci era successo anche nella prima metà del 2018, con tassi di ingresso a 2+ di poco inferiori al 10%. Un valore molto alto che era stato però funzionale ad aumentare il nostro apprendimento e inaugurare una lunga fase di calo degli insoluti per i successivi due anni.
Immagini: copertina
Articolo precedente
Articolo successivo
Ciao!
Siamo on line dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30
Scrivici in questi orari, grazie!