Che cos’è la finanza comportamentale e quali sono le sue applicazioni

Negli investimenti bisogna cercare di essere razionali, per ridurre al minimo gli errori legati all’emotività e compiere scelte finanziarie oculate. Eppure, anche nel mondo della finanza esiste comunque una componente irrazionale, quando vengono prese decisioni impulsive a causa delle conseguenze di una serie di condizioni psicologiche.

Queste dinamiche sono studiate dalla finanza comportamentale, una branca dell’economia comportamentale che studia gli effetti della psicologia in ambito finanziario. Conoscere questa disciplina è utile a chi desidera investire in modo consapevole, per non commettere errori cognitivi che possono portare a scelte d’investimento sbagliate con il rischio di perdere i propri soldi.

Chi sono i padri della finanza comportamentale?

Per comprendere la finanza comportamentale bisogna capire innanzitutto come è nata e si è sviluppata. Non esiste un’unica teoria, ma diversi studi e contributi che nel corso degli anni hanno consentito l’evoluzione di questa disciplina. Già Adam Smith descriveva i comportamenti psicologici individuali in Teoria dei Sentimenti Morali, un testo fondamentale dell’economia neoclassica, concetti poi ripresi dal filosofo, economista e giurista inglese Jeremy Bentham.

È proprio nell’ambito dell’economia neoclassica che viene sviluppato il concetto di homo economicus, ovvero un uomo razionale ed efficiente che non si fa influenzare dagli aspetti psicologici nelle sue decisioni. La finanza comportamentale moderna comincia a prendere forma negli anni ’50 a partire dalla teoria dell’utilità attesa, con la quale vengono definiti alcuni modelli decisionali utilizzati in campo economico e statistico, proseguendo negli anni ’60 con l’accostamento tra i modelli di comportamento razionale dell’economia e quelli cognitivi della psicologia, ad opera degli psicologi Daniel Kahneman, Ward Edwards e Amos Tversky.

Alla fine degli anni ’70 arriva un contributo fondamentale alla finanza comportamentale, quando lo studio Decision Making Under Risk di Kahneman e Tversky applica la psicologia cognitiva per spiegare delle anomalie nel modo in cui le persone prendono decisioni economiche razionali. Questa nuova disciplina analizza fenomeni come le bolle speculative, oppure condizioni di panico sui mercati che possono causare un crollo generalizzato ingiustificato, ovvero tutte quelle asimmetrie nel processo decisionale che sfuggono alla razionalità. 

I principi della finanza comportamentale

La finanza comportamentale studia gli schemi dei comportamenti individuali e sociali dei mercati, partendo dal presupposto che le persone non sono completamente razionali e i mercati non sono sempre così efficienti. Prima di tutto, bisogna considerare che le decisioni in ambito finanziario sono prese da essere umani, persone che nonostante la ricerca della massima razionalità rimangono condizionate da emozioni come avidità, paura o orgoglio.

Le emozioni possono influenzare le scelte finanziarie, spingendo a commettere errori e prendere decisioni irrazionali. Inoltre è necessario tenere conto dei bias comportamentali, ossia i pregiudizi mentali che possono portare ad azioni inconsapevoli, scorciatoie mentali legate alla necessità in determinate occasioni di accelerare il processo di interpretazione della realtà. Ad esempio, delle scelte finanziarie sbagliate possono condizionare delle decisioni future e causare degli errori di valutazione.

Un’altra questione è l’inquadramento, un processo con cui una scelta viene realizzata a seconda del contesto e del modo in cui un quesito è presentato. Un altro punto della finanza comportamentale interessa le inefficienze di mercato, con la ricerca di spiegazioni per tutto ciò che contrasta con l’idea di un mercato efficiente e razionale, come le valutazioni del prezzo errate.

Nel campo della finanza comportamentale emerge anche la questione dell’avversione alle perdite, ovvero la maggiore percezione delle perdite rispetto ai guadagni a parità di entità. Lo stesso vale per gli errori cognitivi, una serie di condizioni psicologiche come l’ottimismo e la sicurezza eccessivi che creano convinzioni sbagliate. Un processo analogo è l’assunto della distorsione, una tendenza naturale a paragonare eventi che sembrano simili ma che in realtà sono profondamente differenti tra loro.

Finanza comportamentale: esempi pratici

Per approfondire la conoscenza della finanza comportamentale è possibile leggere alcuni libri sugli investimenti che trattano questo argomento, tra cui:

  • Finanza Comportamentale: Psicologia delle Scelte di Gianfranco Franzosini e Sogol Franzosini
  • Finanza Comportamentale. Scoprire gli errori che fanno perdere denaro di Barbara Alemanni
  • La Finanza Comportamentale di Valentina Cioli
  • Finanza Comportamentale Semplificata: Come Diventare un Risparmiatore Consapevole Evitando i 12 Principali Errori negli Investimenti Finanziari di Luca Moro.

Ad ogni modo, per capire meglio di cosa si tratta e come la psicologia influisce sulle scelte finanziarie, vediamo alcuni esempi pratici di finanza comportamentale

Avversione alla perdita

In alcune circostanze gli investitori tendono a sentire un peso psicologico superiore in merito alle perdite rispetto a quello legato ai potenziali guadagni. Ciò porta a richiedere rendimenti più alti per compensare l’eventualità di una perdita. Nel campo degli investimenti ciò comporta il rischio di chiudere anzitempo un’operazione in profitto per paura di perdere il guadagno ottenuto, oppure la propensione a mantenere un investimento in perdita più del dovuto per tentare di recuperare i soldi persi.

Effetto gregge

Una condizione particolare che si verifica spesso sui mercati è il cosiddetto effetto gregge. In alcuni casi gli investitori tendono a seguire i comportamenti della massa, pur non conoscendone le motivazioni, risultando particolarmente influenzati dai comportamenti altrui. È il classico esempio di una serie di investitori che iniziano a vendere un titolo, con tutto il mercato che subito dopo liquida lo stesso titolo senza saperne il perché, anche chi crede nella bontà dell’investimento.

Percezione del rischio

La psicologia applicata alla finanza studia anche il modo in cui gli investitori percepiscono il rischio, una comprensione non sempre razionale e reale che può portare a gestire il rischio in modo non ottimale. Spesso è stato riscontrato come la propensione al rischio aumenti dopo un profitto, mentre sia ridotta in seguito a una perdita con l’adozione di un approccio più conservativo. Nelle scelte di investimento non bisogna mai affidarsi alle indicazioni di altri, né guardare soltanto ai rendimenti passati in quanto, come recitano tutte le note delle pubblicità degli investimenti, non sono una garanzia di rendimenti futuri analoghi 😉

Paura del rimpianto

Può capitare di non modificare la propria strategia di investimento, anche quando tutto sembra mostrare che si tratti della decisione giusta, per la paura del rimpianto di una scelta sbagliata. In pratica, a volte si preferisce sbagliare come gli altri invece di prendere una decisione controcorrente in modo autonomo, poiché sarà possibile dare la colpa agli altri per l’errore invece di assumersi l’intera responsabilità della propria scelta sbagliata.

Come usare la finanza comportamentale negli investimenti

Conoscere alcune questioni studiate dalla finanza comportamentale è senz’altro utile per investire meglio i propri soldi. In particolare, la consapevolezza di come gli aspetti psicologici condizionino le scelte finanziarie permette di evitare alcuni sbagli, imparando a riconoscere i bias comportamentali e a gestirli per limitarne l’influenza nelle scelte di investimento. 

Un esempio lampante è Warren Buffett, soprannominato l’oracolo di Omaha, uno degli investitori più ricchi e rispettati al mondo. Il suo approccio si basa sul comprare azioni con un prezzo più basso del reale valore di mercato, in quanto sottovalutate, di aziende con un buon management, ottimi fondamentali e potenzialità di crescita. Dopodiché Buffett tiene le azioni per tutta al vita, a prescindere dall’andamento della quotazione o del mercato.

Questo esempio mostra come in ambito finanziario sia importante controllare le emozioni, cercando di prendere decisioni quanto più possibile razionali, ma al contempo rimanendo coscienti che i fattori psicologici esistono e influiscono i mercati e gli investitori.

La soluzione migliore è investire con prudenza, informarsi bene e compiere scelte basate sulle proprie valutazioni.

Immagine di copertina: Burak The Weekender su Pexels

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