Non categorizzato
Pubblicato il 23 Maggio 2016
Fintech in Italia protagonista al FinTechStage: il 5 maggio scorso il Talent Garden (il più grande network europeo di coworking nel settore digitale, fondato da Davide Dattoli) nella sede di Milano Calabiana è stato il palcoscenico della seconda edizione italiana del FinTechStage.
Il FinTechStage è una piattaforma globale e insieme conferenza itinerante internazionale che si propone di mettere in contatto i protagonisti della finanza tradizionale con quelli del fintech, le startup, i professionisti, i giornalisti e le grandi aziende del settore. Secondo le parole del co-fondatore Matteo Rizzi, “il FinTechStage ambisce a creare e supportare il business nel settore fintech per creare un ecosistema valido per più Paesi attraverso momenti di incontro online e offline tra innovatori del mondo bancario, investitori e startup”.
Il 6 maggio, a proseguire una giornata già piena di stimoli fintech e di tante storie e ispirazioni dalle nascenti startup del settore, il FinTechStage ha passato la staffetta agli Italian Fintech Awards promossi da CheBanca!.
Già nel 2014 CheBanca! aveva intuito il potenziale del settore fintech e aveva lanciato il GrandPrix per le startup italiane del settore. Sono trascorsi appena due anni e il fintech è diventato, a livello globale, uno dei settori trainanti della sharing economy e dell’economia digitale in generale e CheBanca ha rinnovato la sua passione e interesse per il settore istituendo appunto gli Italian Fintech Awards 2016, una call for ideas per premiare i progetti più promettenti da integrare in ambito bancario a partire da 6 categorie di riferimento: Onboarding & engagement; Tech, data & cyber security; Servizi SME; Lending & investments; Payments; Alternative finance (Equity).
Qui l’intero programma della due giorni dello scorso FinStechStage.
La giornata del 5 maggio è stata una maratona fitta di interventi, con discussioni sulle condizioni e i numeri del fintech oggi (KPMG Advisory), le direzioni e scelte strategiche delle aziende del mondo finanziario collegato all’IT, panel su Digital Banking, Robo-Advisory, InsurTech e Cybersecurity e interventi dei diretti protagonisti del settore tra cui Roberto Ferrari, General Manager di CheBanca!, Paolo Galvani, Founder di Moneyfarm, Valentine Stalf, CEO di Number26 e Davide Serra, CEO di Algebris Investments.
Proprio Davide Serra nell’aprire la due giorni del FintechStage ha parlato, a ragione, di “rivoluzione” dei modelli fintech rispetto a quelli tradizionali poiché “la differenza fra i costi di struttura del modello tradizionale di erogazione e gestione dei servizi finanziari e quello digitale è enorme” (e proprio su questa differenza noi in Soisy basiamo il nostro modello win win di prestiti tra privati con cui tagliamo i costi enormi dei modelli tradizionali per ribaltarli su investitori e richiedenti prestito: gli investitori guadagnano di più e chi chiede un prestito lo paga meno).
Da Davide Serra a Valentine Stalf, che invece ha raccontato il processo di Reimagining banking con cui ha ispirato e fondato Number26, svelando come si sia pentito di non aver fondato una startup molto prima delle sue esperienze corporate e bancarie tradizionali.
Paolo Galvani di MoneyFarm ha puntato il suo intervento sull’importanza dell’alfabetizzazione alla finanza: secondo lui non la tecnologia, bensì un approccio più semplice e insieme di educazione finanziaria come parte integrante del servizio di una fintech sono la vera soluzione.
Il tutto intervallato da nuovi modelli di banca (con le voci dei diretti interessati: Hellenic Bank, Secco Bank, …) e StartUp Stories e relativi pitch delle startup che hanno popolato l’area antistante la zona dedicata ai panel con desk informativi, dove ciascuna startup poteva intercettare giornalisti, investitori e curiosi e raccontarsi.
È stata un’area animata da startup che hanno come core business aree diverse: dalla finanza alternativa al crowdfunding, dai pagamenti al fintech applicato al real estate, passando per i prestiti tra privati del nostro desk. Tante startup diverse ma con alcuni tratti comuni, quali la tendenza ad evitare l’intermediazione e i costi che ne conseguono, puntando invece su sistemi smart, trasparenti e quindi più efficienti.
In quest’area c’eravamo anche noi armati di iPad e pc per spiegare Soisy e le sue peculiarità: abbiamo avuto l’opportunità di dialogare con investitori e giornalisti interessati al nostro modello di business, abbiamo raccontato ad Enerico Pagliarini di Radio24 la nostra storia e a Stefania Peveraro di Milano Finanza la nostra esperienza pregressa e dove vogliamo andare. È stata per noi una prima e ottima occasione di networking, per incontrare altre startup all’inizio del loro ciclo di vita e condividere con loro opportunità e criticità del fintech, ma anche un momento per incontrare investitori e per presentarci ai giornalisti del settore.
E poi è arrivato anche il momento del pitch: raccontare Soisy in poche slide è stata un’impresa, forse perché per noi c’è dietro un mondo e progetti di vita “cambiati” (per fortuna!) per rendere possibile questo “nuovo mondo”.
Le poche slide ci hanno permesso di raccontare brevemente chi siamo, il nostro team e il nostro modello di business per investitori e richiedenti, con relativi canali per approcciarci a questi due diversi target. Oltre i tre minuti di pitch, per gli interessati è stato poi possibile approfondire e farci domande al nostro desk.
Oltre che come exhibitors al FinTechStage abbiamo anche partecipato al bando di CheBanca per gli Italian Fintech Awards, risultando tra i 12 finalisti della call for ideas. Abbiamo così avuto modo di partecipare nei giorni precedenti il FinTechStage a due giorni di formazione, coaching e mentorship curati da CheBanca! e StartupItalia!, mentre la mattina stessa degli Italian Fintech Awards c’è stata invece la press conference, durante la quale CheBanca ha presentato numeri e dati del panorama Fintech in Italia.
Secondo il database di StartupItalia!, in Italia sono 115 le startup attive nel fintech, con una netta prevalenza nel nord Italia, con il 77% del totale delle startup innovative: solo in Lombardia ci sono 42 startup, seguita dall’Emilia Romagna con 13 startup e dal Piemonte con 7; segue il sud Italia, con il 12% delle startup, di cui 7 in Campania e il centro Italia, con l’11% delle startup, di cui 12 nel Lazio.
Del totale delle startup intervistate del settore fintech, quasi la metà opera nell’ambito del crowdfunding (45%); segue una grande frammentazione tra servizi bancari (16%), pagamenti (12%), e-commerce (9%) e sicurezza (4%) e un generico altro (14%).
Nel pomeriggio c’è stata invece la sessione dei pitch delle dodici finaliste: il premio ex equo è andato a Trakti e OvalMoney: Trakti aiuta a snellire le trattative commerciali, risparmiando tempo e denaro e migliorando l’efficienza e l’efficacia delle contrattazioni aziendali: attraverso la raccolta di trattative delle imprese da bandi, aste, gare e modelli negoziali complessi, si automatizza e semplifica il processo negoziale, permettendone un tracking storico che semplifica nel tempo tali processi per le aziende.
OvalMoney, invece, è la prima app che permette agli utenti di risparmiare i propri soldi ogni volta che vengono spesi, per re-investirli in prestiti tra privati, il tutto in una dinamica social e di condivisione che punta ai millennial come core target.
Il FinTechStage è stata la dimostrazione, una volta di più, che il mondo sta evolvendo a una velocità prima inimmaginabile e che il fintech si lascerà alle spalle i canali distributivi tradizionali. È anche per questo che le grandi banche si stanno interessando sempre più al fenomeno fintech e alle startup che se ne fanno promotrici: basti pensare a CheBanca! stessa che si è fatta promotrice e partner del FinTechStage, supportandoci e supportando tutte le startup partecipanti attraverso sessioni di coaching pre evento sui mondi legal e compliance, design e ux e comunicazione e marketing, tutti settori molto sensibili per noi startup. Inoltre, durante la nostra presenza alla postazione Soisy del Fintech Stage, sono passati a trovarci professionisti di Intesa San Paolo, ING, BNL BNP Paribas, che iniziano a guardare alle startup come modello di innovazione e come possibilità di integrazione e coopetizione e non di competizione.
Non a caso Lazaro Campos, co-fondatore del FinTechStage, ha chiuso il suo intervento proprio sul tema della cooperazione tra banche e startup, sostenendo come le banche non debbano provare a integrare le startup nelle loro strutture lente e burocratiche, ma debbano invece sostenerle economicamente e supportarle per farle crescere in autonomia.
Articolo precedente
Articolo successivo
Ciao!
Siamo on line dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30
Scrivici in questi orari, grazie!
One thought on “FinTechStage: una due giorni all’insegna del fintech e del mondo startup”