Investire
Pubblicato il 5 Settembre 2022
La volatilità è un fenomeno del tutto normale che caratterizza qualsiasi tipo di mercato: finanziario, immobiliare, valutario, delle opere d’arte o dell’oro. Si tratta di una dinamica particolarmente complessa da analizzare, tuttavia per investire in modo consapevole è fondamentale comprendere bene il significato di mercato volatile.
La volatilità dei mercati può essere un aspetto positivo o negativo per gli investimenti, ad ogni modo costituisce sempre un fattore di rischio che deve essere valutato prima di investire. Vediamo cosa significa volatilità di mercato, quali sono le cause di tali movimenti e come tutelare i propri investimenti dalle oscillazioni dei mercati per proteggere i propri risparmi.
La volatilità indica la variazione dei prezzi in un mercato, in base alle fluttuazioni dei titoli che compongono il mercato stesso. Si tratta in pratica di un indicatore di volatilità, uno strumento utile per capire l’intensità delle oscillazioni dei prezzi degli asset di un mercato. A differenza della volatilità di un singolo titolo, la quale misura le variazioni di prezzo di uno specifico asset come un’azione o una coppia di valute, la volatilità di mercato considera tutti gli strumenti presenti in un determinato mercato.
È possibile pensare alla volatilità dei mercati come a un metro di misura dell’incertezza, con il quale capire quanto un mercato è soggetto a movimenti al rialzo e al ribasso. Ogni tipo di mercato presenta una certa volatilità, la quale può variare in ogni momento, oppure rimanere stabile per un certo periodo per poi aumentare o diminuire. I mercati, infatti, possono salire, scendere o rimanere stabili, in base alle complesse dinamiche che ne condizionano i prezzi.
Ad esempio, la volatilità dei mercati finanziari indica l’intensità delle fluttuazioni dei prezzi dei titoli, come le azioni di un listino come l’FTSE MIB o di un intero mercato azionario come la Borsa Italiana. A livello matematico, la volatilità di mercato esprime la deviazione standard delle variazioni di prezzo, un valore medio indicativo che permette di misurare la volatilità su base giornaliera, settimanale, mensile e così via.
Un mercato volatile è in realtà un’espressione fuorviante, in quanto tutti i mercati sono soggetti a una certa volatilità, nonostante in alcuni settori e momenti possa essere molto bassa e quasi nulla. La volatilità di mercato rappresenta il movimento dei prezzi degli strumenti o beni che costituiscono un mercato, un indicatore che mostra il livello di rischio che gli investitori devono sostenere per investire in quel mercato.
Le cause della volatilità sono molteplici e spesso interconnesse tra loro, per questo l’analisi della volatilità è un’attività molto complessa e richiede strumenti e competenze adeguate. La volatilità può essere determinata dalla mancanza di regolamentazioni come avviene nel mercato delle criptovalute, dalla speculazione, da un generale senso di incertezza, da una crisi economica improvvisa, oppure da un cambiamento come la transizione energetica verso le fonti rinnovabili.
Il calcolo della volatilità si effettua in modo matematico, misurando lo scostamento dei prezzi dai valori medi. Se ad esempio un mercato presenta una volatilità del 20%, significa che il valore degli asset che compongono il mercato si sono mossi in media del 20% rispetto al prezzo medio. Questo valore percentuale viene calcolato attraverso dei modelli matematici, tuttavia esistono strumenti che semplificano la vita agli investitori e forniscono delle indicazioni immediate sul livello di volatilità.
Ad esempio, l’indice di volatilità VIX mostra le fluttuazioni dei prezzi del mercato azionario statunitense, per capire se sta attraversando un momento di turbolenza o di stabilità. È calcolato sull’indice S&P500, il quale comprende le prime 500 società quotate alla Borsa di New York per valore di capitalizzazione di mercato. In Europa è disponibile invece il VStoxx, un indice di volatilità dei mercati azionari europei calcolato sull’EuroStoxx 50, l’indice che riunisce le prime 50 società europee quotate con la maggiore capitalizzazione di mercato.
Ovviamente esistono altri indicatori di volatilità di mercato, strumenti utilizzati dagli investitori per rilevare le oscillazioni dei prezzi e comprendere l’intensità degli scostamenti. Alcuni investitori preferiscono investire soltanto quando i mercati sono poco mossi e relativamente stabili, per correre meno rischi e usufruire di rendimenti più sicuri. Altri invece prediligono la volatilità per realizzare investimenti speculativi, sfruttando i forti movimenti dei prezzi per effettuare operazioni di breve termine.
I mercati finanziari sono perennemente esposti alla volatilità, un fenomeno che, come abbiamo visto, in alcuni momenti può essere più marcato e in altri più contenuto. Un incremento della volatilità significa vedere il proprio capitale investito aumentare e perdere valore in modo molto rapido, ad esempio guadagnando un giorno il 10% e perdendo il 15% quello successivo. Questi movimenti rendono difficile pianificare investimenti di lungo termine, in quanto diventa complicato stabilire il possibile rendimento ottenibile al termine dell’investimento.
Inoltre, la volatilità aumenta i rischi degli investimenti, poiché una maggiore incertezza riduce la possibilità per gli investitori di stimare il rendimento potenziale finale. Per proteggersi dalla volatilità esistono degli investimenti non esposti alle oscillazioni dei mercati finanziari, con i quali è possibile pianificare con maggiore serenità i propri investimenti. Si tratta di soluzioni come il P2P lending, ovvero i prestiti tra privati, una valida alternativa per chi desidera un rapporto rischio/rendimento più facile da gestire e un profitto sostenibile.
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Copertina: immagine su pexels di AlphaTradeZone
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