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Pubblicato il 15 Giugno 2020
Intervista immaginaria con Pietro Cesati, founder di Soisy.
Soisy fa 2 cose distinte: la prima è permettere a chi vuole comprare qualcosa su un e-commerce di pagarlo in futuro. Quindi se vuoi comprarti un tapis roulant su un e-commerce nostro partner puoi scegliere Soisy come metodo di pagamento e pagarla a rate, di fatto prendendo un prestito.
Permettiamo agli investitori di finanziare questi prestiti in modo da guadagnare un rendimento. Noi quindi non agiamo come banca, ma solo come piattaforma tecnologica, mentre il ruolo della banca viene svolto dagli investitori nostri clienti, in gran parte privati. Infatti questo modello di business è noto come prestito tra privati.
Che fanno una delle 2 cose sì, che fanno entrambe non conosciamo nessun altro.
Perché il mondo dei finanziamenti su e-commerce è un enorme mercato poco servito e per farlo al meglio serve una caratteristica che noi abbiamo: saper sviluppare tecnologia di qualità.
Perché pensiamo che il prestito tra privati sia un modo meno caro e più accessibile di fare finanza. È anche un ottimo modo per migliorare la consapevolezza finanziaria delle persone, che possono entrare nel meccanismo del “fare banca”. E infine c’è un’altra ragione che ci sta molto a cuore.
Pensiamo che il prestito tra privati contribuisca a evitare crisi bancarie in futuro. La realtà è che prima di fondare Soisy lavoravamo in banca e abbiamo avuto modo di osservare da vicino gli effetti delle crisi bancarie. Quell’esperienza è stata essenziale per decidere che forma dare a Soisy.
Sì, sentivo il bisogno di comunicare in maniera più approfondita questi temi che per me sono fondamentali.
Cambia il fatto che può “fare la banca” e quindi guadagnare un tasso di interesse analogo a quello applicato dalla banche.
Il nostro tasso medio è il 9%, ma da questo vanno detratte perdite che si aggirano sul 2-3%.
Sì è corretto, per questo diversifichiamo ogni investimento su alcune decine di controparti, in modo che le perdite riguardino solo una parte limitata dell’investimento. Inoltre diamo la possibilità di aderire a uno schema di protezione, la Garanzia di Rendimento, che offre protezione se uno dei prestiti in portafoglio non paga. In questo caso però il rendimento si riduce a circa il 4%, perché questa protezione ha chiaramente un costo.
I prestiti pagano una volta al mese, quindi a ogni scadenza della rata si riceve un pagamento, un altro dei grandi vantaggi per l’investitore che non deve immobilizzare capitale per tot anni come sui conti deposito. Visto il numero di prestiti nel portafoglio di un investitore, questo significa ricevere pagamenti quasi ogni giorno.
Lo si vende a un altro investitore, di solito la cosa avviene nel giro di 24 ore. E qui veniamo a toccare con mano un altro dei vantaggi per l’investitore: abbiamo un mercato secondario e si può vendere un investimento in qualsiasi momento, senza penali o costi.
Sì.
Perché il fatto che gli insoluti salgano non implica che i nostri investimenti non daranno un rendimento. La differenza stessa tra il tasso di interesse e le perdite attuali fornisce una linea di difesa robusta. E non è l’unica: per esempio abbiamo appena risviluppato il nostro motore di selezione dei richiedenti.
Utilizziamo una serie di dati provenienti dall’e-commerce o da credit bureau che elaboriamo in base a un motore statistico per stimare la probabilità che il cliente non ripaghi il prestito. Se è troppo alta rifiutiamo la transazione. In più abbiamo una serie di controlli anti-frode, per evitare che il motore lavori su dati falsi o che addirittura l’identità del richiedente sia fasulla.
Onestamente no, gli algoritmi di calcolo del rischio di credito sono molto affidabili e danno una valutazione uniforme, senza farsi condizionare dai pregiudizi tipici degli esseri umani. Questo non vuol dire che possano fare tutto: i nostri clienti hanno anche bisogno di parlare con una persona per risolvere i loro dubbi e per questo motivo abbiamo un supporto clienti molto disponibile.
Sono persone che preferiscono un certo grado di autonomia nella gestione degli investimenti, spesso stufe dalla poca trasparenza degli investimenti tradizionali e aperte a investimenti alternativi. Da un punto di vista demografico l’investitore tipo ha tra i 30 e i 50 anni, vive in un’area urbana, ha un buon livello di istruzione.
Circa 15 milioni di euro.
In media circa 5.000 euro, ma si va dal piccolissimo investitore che presta 500 euro al grande prestatore che presta centinaia di migliaia di euro.
Sì, spesso i nostri investitori considerano Soisy un buon modo per diversificare, perché è un investimento che segue logiche diverse da quelle dei mercati finanziari.
Certo, anche perché devo poter toccare con mano i vantaggi per l’investitore ma anche se ci sono dei problemi, ovviamente. Tra gli investitori ci sono anche la maggior parte dei miei amici e parenti e questo meccanismo di passaparola tra investitori soddisfatti è proprio quello che ci ha fatto crescere finora.
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Vuoi conoscere meglio come siamo organizzati? Clicca qui per l’intervista immaginaria sul lavoro in remoto.
In questi anni abbiamo ricevuto tantissime domande interessanti, sia dai giornalisti che da tutte le persone che seguono Soisy. Non tutte sono facilmente disponibili, perché sono su supporto video o magari non sono state proprio registrate. Abbiamo quindi provato a raccoglierle qui in una serie di interviste che abbiamo definito immaginarie, l’unico aggettivo che ci è venuto alla mente per descriverle.
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