Sharing economy: una tavola rotonda sull’economia della condivisione

Sharing economy: cos’è e perché è importante?

Secondo Wikipedia la “sharing economy (letteralmente economia della condivisione) è un nuovo modello economico che utilizza la tecnologia in modo relazionale (…). Questo modello è improntato alla condivisone di beni e servizi, non è più basato sull’acquisto e sulla proprietà ma sul riuso e sulla condivisone. La sharing economy ha lo scopo di promuovere stili di vita che prediligono il risparmio e che favoriscono la socializzazione e la tutela dell’ambiente“.

L’Italia che condivide diventa protagonista di questa rivoluzione economica: dal condividere una macchina con BlaBlaCar a una casa con Airbnb, da uno spazio lavorativo o culturale in coworking come Talent Garden o BASE a una cena con Gnammo , il nuovo trend di consumo è il consumo collaborativo per promuovere uno sviluppo sempre più sostenibile.

E il Belpaese risulta tra i primi paesi al mondo (dopo Turchia e Spagna) nel condividere beni e servizi, sia in termini di utenti iscritti che di semplici conoscitori delle piattaforme e servizi di sharing economy.

Sharing economy: se ne parla a Unicusano

La notizia è il risultato di una ricerca condotta dalla facoltà di Economia dell’Università degli Studi Niccolò Cusano e presentata ieri nell’aula magna dell’ateneo romano durante il convegno ‘Sharing economy e sviluppo sostenibile: impresa, condivisione, profitto’, in cui si è approfondito appunto il tema della sharing economy, e della fiducia e collaborazione che presuppone.

Ne ha parlato il nostro CEO & Founder Pietro Cesati, introducendo il tema della finanza collaborativa e del peer-to-peer lending, insieme a Gian Matteo Panunzi di Unicoop, Gianluca Ranno di Gnammo, Daniela Sacco de L’Alveare e Claudio Vaccaro di BizUP.

Alla tavola rotonda hanno preso parte anche i primi firmatari della proposta di legge membri dell’Intergruppo Innovazione, gli Onorevoli Veronica Tentori e Ivan Catalano, che hanno fatto cenno alla proposta di legge presentata alla Camera dei deputati il 27 gennaio scorso (“Disciplina delle piattaforme digitali per la condivisione di beni e servizi e disposizioni per la promozione dell’economia della condivisione”).

Secondo i dati della ricerca presentata durante il convegno, esisterebbe un profilo molto chiaro dell’utente tipo delle piattaforme di sharing: uomini (56%), prevalentemente sotto i 44 anni (74%), con un alto livello di istruzione e per lo più dal Nord (53%), con Sud e Isole (25%) e Centro Italia (22%) molto indietro.

Analizzando l’infografica presentata da Unicusano, il trend della sharing economy è sempre più in crescita, segnando addirittura un +34% rispetto all’anno precedente. Secondo i dati, inoltre, se nel 2016 la stima di fatturato si attesta intorno ai 13 miliardi di euro, secondo le proiezioni nel 2015 il settore toccherà i 300 miliardi di euro.

Sono nate e nascono continuamente nuove idee e forme di innovazione che, se inizialmente possono anche essere considerate una forma minore di impresa, poi diventano lievito per ulteriori e importanti innovazioni. Le variegate esperienze di sharing economy rappresentano oggi un modello fertile di impresa che non ha ancora manifestato le sue reali potenzialità“, ha commentato Mario Risso, preside della facoltà di Economia di Unicusano, durante la tavola rotonda.

Sharing economy: e Soisy che c’entra?

Non ci sono solo automobili, case o cene nella lista delle condivisioni rese possibili dalla sharing economy.

Ed è stato proprio il nostro CEO & Founder Pietro Cesati che, smettendo di credere nel modello bancario tradizionale e affidandosi proprio alla sharing economy, ha fondato Soisy e ha introdotto l’argomento: anche la finanza e il denaro possono essere oggetto di condivisione, come dimostra la nostra piattaforma di prestiti tra privati che permette a chi ha bisogno di un prestito personale di chiederlo nel nostro marketplace ed essere finanziato da investitori privati.

La formula è win-win per entrambe le popolazioni che si iscrivono alla piattaforma: gli investitori ottengono rendimenti più alti e sanno esattamente e con la massima trasparenza dove vanno a finire i propri risparmi (su progetti di vita dei richiedenti prestito), mentre i richiedenti ottengono prestiti meno cari con un processo veloce e 100% online.

Sharing economy: tutti i numeri in un’infografica

Tutti i dati della ricerca della Facoltà di Economia di Roma Unicusano sono stati raccolti in un’infografica cui potete accedere cliccando sull’immagine sottostante: share it 🙂


Sharing Economy: tutti i numeri nella infografica di Unicusano

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